LA MIA ESPERIENZA A TORINO

LA MIA ESPERIENZA A TORINO

Io mi definisco in poche parole cosi: CAMPANA DI NASCITA, PIEMONTESE COL CUORE ( TORINESE), LUMBARD PER NECESSITA'.

Inizio a narrarvi le mie impressioni e esperienze da giovanotta emigrata dalla Campania: ho sempre mal sopportato che persone che quando parli ti correggono oppure fanno finta di non capire, premettendo che amo tantissimo Torino e che per abituarmi a vivere al nord ci ho messo pochissimo, dato il mio spirito di adattamento molto forte, da buon Toro, ovunque io vado tendo sempre a mettere bene radici.

Nel 1998 appena trasferita a Torino, da Salerno e avendoci vissuto per ben 24 anni, ovviamente avevo ancora molto forte la mia inflessione dialettale,

presente ancora adesso, solo che allora non aveva subito le influenze sardo - calabre- pugliesi che ho maturato nella stessa Torino con amici di diversa provenienza regionale.

Appena trasferita a Torino, entro in un bar a prendere un caffè, appena poggiatomi il caffè sul banco il barista si gira a fare altro...io aspetto aspetto...cosa aspetto? da noi in Campania prima del caffè ti danno un bicchiere di acqua, in modo che tu qualsiasi cosa abbia mangiato, azzerandone il sapore con un goccetto di acqua riesci ad assaporare meglio il caffè.

Dopo qualche minutino che aspetto il barista mi guarda come per dire "ma nn bevi il caffe?" e io lo guardo come a dire "allora quest'acqua?", alla fine spazientita gli chiedo un bicchiere di acqua...pago e, noto che, sul totale sul conto non vedo solo il prezzo del caffe, ma si c'è un euro in piu! chiedo spiegazioni e mi viene detto che è il costo del bicchiere di acqua.

Delusissima e allibita esco da bar e mi dico tra me e me "ma dove sono finita?" , la mia giovane età e la poca conoscenza di altre abitudini di altri modi di fare mi facevano sentire fuori luogo.

Vi racconterò ancora un altro aneddoto, sempre in un bar (e dire che i baristi hanno a che fare con gente di vari estrazione sociale dovrebbero essere abituati) chiedo gentilmente , visto che stavo fumando e il tavolo ne era sfornita, "mi da una ceneriera?", lui mi guarda e fa finta di nn capire, io ne vedo una e dico "questa grazie!" e lui "ah! signorina qui si dice posacenere" ci resto secca, essendo ai tempi molto sensibile quasi quasi scoppio a piangere.

Di ritorno a casa prendo subito il dizionario e inizio a cercare, ecco trovato!!!

ceneriera/portacenere/posacenere/cenerino...

Il giorno dopo faccio la fotocopia delle pagina del dizionario e la porto a bel barista sinpatico e gentile...che dapprima si zittisce e poi sorridendomi "eh! paese che vai usanza che trovi!" ed io " si ma nn è carino far sentire una persona inadeguada e indesiderata, buona giornata e grazie";

.....continua